Ernesto Illy
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7 Marzo 2024Margherita Hack è stata una colonna portante del mondo scientifico del capoluogo giuliano e di tutta la regione ed è riconosciuta come una delle personalità triestine, anche se d’adozione, che più ha segnato lo spirito della città nel Novecento.
Astrofisica e divulgatrice scientifica di origine fiorentina, Hack arrivò a Trieste nel 1964, quando ottenne la cattedra di astronomia all’Università di Trieste, dove continuò a insegnare fino al 1992; fu anche la prima donna italiana e dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste dal 1964 al 1987, e grazie al suo impegno la comunità astronomica italiana potè espandere la sua attività nell’utilizzo dei satelliti, arrivando al riconoscimento internazionale.
Ma oltre che per il suo spessore scientifico, Margherita Hack è ricordata anche per la sua personalità libera e la sua dialettica diretta; meno noti sono, forse, gli aspetti che la rendevano umana: il suo mezzo preferito era la bicicletta ed era appassionata di atletica leggera, disciplina nella quale in gioventù aveva gareggiato ad alto livello, arrivando a vincere il bronzo nel salto in alto nei campionati italiani femminili del 1942. Amante in particolare dei gatti, era una convinta animalista, diventata vegetariana fin da bambina.
A Margherita Hack è intitolata l’omonima sala del Magazzino 28 del Generali Convention Center, che può accogliere fino a 420 persone.
La fotografia di Margherita Hack da cui è stata elaborata la grafica di questo articolo è uno scatto di Leonardo Cendamo/Getty Images.