
Gli eventi di respiro internazionale
5 Maggio 202580 anni fa esatti – il 13 maggio 1945 – nasceva ufficialmente il giornale Primorski Dnevnik, evoluzione di un preesistente foglio partigiano stato stampato tra il settembre del 1944 e la fine della Seconda guerra mondiale nella tipografia “Slovenija”.
Il giornale – che dai primi anni Duemila ha aperto un ufficio anche a Nova Gorica, rimarcando la sua natura transfrontaliera, un aspetto che, in questo anno di GO!2025 Gorizia-Nova Gorica Capitale Europea della Cultura assume ancor più rilevanza, anche simbolica – è la storica voce della minoranza slovena in Italia, a partire da quella di Trieste, protagonista di una storia complessa e a tratti drammatica. Una frattura è stata segnata in particolare dalle politiche fasciste di assimilazione e italianizzazione forzata, anticipate dal drammatico incendio del Narodni Dom (in sloveno “Casa nazionale” o “Casa del popolo”) – oggi sede della Scuola Interpreti, allora un centro polifunzionale progettato dal celebre architetto Max Fabiani, comprendeva un teatro, una cassa di risparmio, un caffè e un albergo, l’Hotel Balkan, ed era sede di diversi circoli e associazioni culturali – appiccato dagli squadristi il 13 luglio 1920, che colpirono così il luogo punto di riferimento per tutte le minoranze di area slava, che da allora per decenni continuarono a seguire pesanti discriminazioni.
La consistenza della comunità slovena di Trieste, infatti, è decisamente ridotta rispetto agli inizi del Novecento. Oggi si concentra per lo più nei comuni limitrofi e nelle propaggini periferiche della città; ha scuole in lingua slovena e proprie istituzioni culturali, tra cui il Teatro Stabile Sloveno, la biblioteca (Narodna in Studijška Knjižnica), ma anche una libreria e una casa editrice con sede a Trieste; l’uso della lingua slovena, a lungo oggetto di discriminazione, è tutelato per legge, finalmente al pari delle omologhe comunità della provincia di Gorizia e di Udine, che con la legge precedente, modificata dal 1999, erano molto più limitati.
In questi anni sono state diverse le tappe per ricomporre le fratture tra le diverse comunità triestine e nazionali, tra cui fondamentale è stata quella del 13 luglio 2010, giorno del Concerto della Pace, alla presenza dei tre Presidenti della Repubblica: italiano Giorgio Napolitano, sloveno Danilo Türk e croato Ivo Josipović; dieci anni dopo, poi, il 13 luglio 2020 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel 2020 restituì formalmente il Narodni Dom alla comunità slovena.
Quest’anno un’altra importante data sarà il 20 giugno, quando cinque Presidenti – assieme al Presidente Mattarella anche i suoi omologhi: la slovena Nataša Pirc Musar, il croato Zoran Milanović, l’austriaco Alexander Van der Bellen e il tedesco Frank-Walter Steinmeier – assisteranno a un nuovo Concerto per la Pace diretto dal Maestro Christoph Eschenbach, in un evento che vuole richiamare l’importanza della pace a livello europeo, al di là dei confini.